sabato 4 novembre 2017

Un breve cenno sulla Teoria Monetaria Moderna


In questo periodo di crisi generalizzata, la Teoria Monetaria Moderna (MMT)  - che ha radici nel cosiddetto Cartalismo - è molto dibattuta e per certi versi criticata, anche se secondo alcuni autori essa non fa altro che descrivere il sistema monetario in vigore sin dall'abolizione del sistema aureo  avvenuta nel 1971. Forse le critiche di cui è fatta oggetto la MMT al giorno d’oggi, in cui il problema di sovranità monetaria degli Stati Membri sembra messo in discussione proprio nei confronti dell’Unione Europea, sono riconducibili ai due seguenti elementi essenziali che essa stigmatizza :
a.       Uno Stato pienamente sovrano, che ha potere sulla propria moneta, non può fallire.

b.      Una politica statale di deficit implica l'immissione di ricchezza da parte dello Stato verso i privati, mentre una politica di surplus di bilancio implica ricchezza che lo Stato ritira dai privati.
Il discorso che segue, però, esula dall’ideologia o dal dibattito circa la natura della ricchezza o se la ricchezza vera la produce l'intrapresa e non la finanza, che al più sembra ridistribuisca, o per meglio dire, rastrelli e impieghi, soprattutto speculativamente, la ricchezza prodotta dall'intrapresa. Come pure non si discute se la ricchezza, al pari, non la produce nemmeno la carta stampata in forma di moneta o quella creata attraverso forme derivate, ma soltanto il lavoro e la creatività dell'uomo, delle comunità e delle nazioni cui essi appartengono, come sembrano sostenere seguaci della MMT.
Per le finalità di questo lavoro assumiamo, quindi, aldilà di ogni ideologia e di ogni discussione, che il ragionamento  analitico di seguito riportato - e che è caratteristico della MMT - possa essere accettato e possa entrare a far parte del ragionamento che viene di seguito proposto.
In ogni sistema economico aperto verso altri sistemi  i saldi dei singoli settori  (privato,  pubblico, estero)  possono essere ripartiti in base al PIL attraverso il seguente ragionamento:
PIL = C + I + G + (X – M)                           (1)
dove :
C = consumi
I = investimenti
G = spesa pubblica
X = export
M = import
oppure detto in maniera diversa, cioè con l’ottica del settore pubblico:
PIL = C + S + T                                 (2)
C = consumi
S = risparmi
T = tasse

Da qui si può concludere, uguagliando la (1) e la (2) che :
C + S + T = PIL = C+ I + G + (X – M)                    (3)
E raggruppando per settori  si giunge ad affermare che la somma del saldo di ciascuno dei tre settori deve essere zero:
(I – S) + (G – T) + (X – M) = 0                                 (4)
dove:
(I – S) = saldo del settore privato
(G - T) = saldo del settore pubblico
(X – M) = saldo del settore estero

La (4) si può porre anche sotto la seguente forma :
(I – S) + (G – T) = - (X – M)             (5)
che ci aiuta a capire come il saldo con l’estero riassuma in sé il risultato dell’attiva produttiva del settore privato e di quella gestionale/amministrativa del settore pubblico di un sistema economico nazionale.
Il saldo con l’estero – positivo o negativo che sia - è comunque espressione della “divisione internazionale del lavoro”, ovvero della specializzazione produttiva dei singoli sistemi economici, nonché dell’apertura di un sistema economico verso gli altri. Un saldo verso l’estero esiste in quanto si creano dei differenziali nella produzione e nel consumo di beni e servizi tra le diverse economie. Tali differenziali generano dei flussi di beni e servizi in un verso e di corrispettivi in moneta nel verso opposto, che possono essere colmati attraverso il commercio internazionale che a sua volta può indurre effetti di riequilibrio o meno. In ogni caso, il commercio internazionale crea una rete di legami percorsa da flussi (quantità di beni e servizi o in senso opposto movimenti di capitali)  tra le diverse economie.

giovedì 19 ottobre 2017

Siamo alla crisi istituzionale dell’Italia?- La visione di Ettore Bonalberti: un ex Democratico Cristiano che non si rassegna

Siamo alla crisi istituzionale dell’Italia.
  La legge elettorale del Rosatellum 2 ,come fece Mussolini con la famigerata Legge Acerbo, passa alla Camera con il governo che impone il voto di fiducia.
Ieri il PD si fa promotore di una mozione con cui  si sfiducia il governatore della Banca d’Italia chiedendo al “governo amico” la sua sostituzione.
E, nel frattempo, nessuno, tranne qualche solerte deputato del M5S, si interessa del fatto che  le più importanti banche private italiane sono controllate direttamente dagli edge fund anglo-caucasici (sede legale nella city of London e fiscale nel Deleware,  origine kazara del Caucaso ) e nordamericani( Vanguard, State Street Fidelity, Black Rock, Blackstone, Northern Trust, T-Rowe price, JP Morgan Trust, Franklyn Templeton) Bnp Paribas Trust, ecc) i quali controllano così la quota di maggioranza della stessa Banca d’Italia.
Non possono più essere taciute le sistematica truffe perpetrate dagli edge funds, che sono la vera guida della cabina di regia bancaria, a danno dei risparmiatori, del fisco italiano e delle stesse banche, dopo la decisione assunta con il d.legislativo n.481 del 14 dicembre 1992, che ha abolito la separazione tra banche di prestito e banche speculative tassativamente prevista dalla vecchia legge bancaria del 1936.
Enormi sono le responsabilità che si assunsero con quel decreto i suoi firmatari Amato e Barucci, ma tutto tace e il PD se la prende con Visco…….
Incomprensibili i silenzi del Parlamento su questa cessione della sovranità monetaria che annulla de facto la nostra sovranità popolare con la democrazia ridotta a un ectoplasma nella mani di un Parlamento di “ nominati illegittimi” che si tende a perpetuare.
Ci attendiamo un sussulto dalla Presidenza della Repubblica garante dell’unità nazionale.

Venezia, 18 Ottobre 2017
Ettore Bonalberti

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Ma la visione di Bonalberti non è un fatto isolato.Ecco una sintesi di ciò che pubblica  Giovanni Palladino di sul Flash n.70 di Servire l'Italia:

Ignazio Visco ha portato in Parlamento 4.000 pagine per difendersi dall’accusa di non aver svolto un buon lavoro nel controllare il sistema bancario. Ma una mezza pagina degli “accusatori” sarebbe sufficiente a “condannarlo”:  perché appena tre anni fa sosteneva con grande convinzione che le nostre banche erano “sane”?
 perché era a favore dell’acquisto della Banca Popolare dell’Etruria da parte della Banca Popolare di Vicenza?  perché non ha fiatato quando i controllori hanno “scoperto” le operazioni “baciate” (prestiti erogati su “invito” ad acquistare le azioni non quotate delle banche)?
 perché è stato a favore della “distruzione” delle piccole e medie banche popolari da cedere alle grandi banche a danno del vitale credito erogato alle piccole imprese locali?

Per approfondimenti vedi :

http://www.servirelitalia.it/flash/flash70.pdf
http://www.interris.it/2017/10/19/129981/intervento/visco-non-sta-sereno.html

giovedì 14 settembre 2017

MALATTIE DELLA FINANZA MODERNA : DUE ESEMPI

Quello Spirito del Capitalismo prodotto, a giudizio di Max Weber, dall'Etica Protestante, che vedeva nel denaro un "santo strumento" per il bene comune e l'evoluzione della società tutta, è ancora presente nella società moderna? La moneta, oggi, è divenuta essa stessa merce e la finanza sembra aver mutato i suoi connotati.
La voglia di fare della cartamoneta uno strumento per facili guadagni immediati ha spiazzato l'intrapresa e ha condotto la finanza moderna a deviare dalla sua originaria funzione, fino a proporsi come strumento di potere e di conquista e produrre così vere e proprie devianze che si configurano come "malattie", non si sa quanto "guaribili". Eccone due  esempi desunti da notizie sui media:

1) CREDITI DETERIORATI DELLE BANCHE ITALIANE:
Nessuno può negare che in Italia vi siano 114 banche che hanno sofferenze e incagli che superano il capitale di un fattore che va da circa 2 a un fattore di circa 8 volte, mentre la buona norma indicherebbe di non avvicinare al riguardo un fattore 1. Vedasi a tale riguardo  http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-03-24/quelle-114-banche-che-hanno-sofferenze-e-incagli-che-superano-capitale--201607.shtml?uuid=AE6qY5s
E' alltrettanto vero, però, come emerge dalle "Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco tenute nel corso dell’assemblea annuale della Banca d’Italia." (http://formiche.net/blog/2017/05/31/numeri-sofferenze-bancarie/ ), che alla fine dello scorso anno i crediti deteriorati delle banche italiane, iscritti nei bilanci al netto delle rettifiche di valore, erano pari a 173 miliardi, il 9,4 per cento dei prestiti complessivi. L’ammontare di circa 350 miliardi, spesso citato sulla stampa, si riferisce al valore nominale delle esposizioni e non tiene conto delle perdite già contabilizzate nei bilanci; esso non è pertanto indicativo dell’effettivo rischio che grava sulle banche.
2) I TITOLI TOSSICI (UK- CH- D)
Mutui subprime cartolarizzati e altri strumenti della turbofinanza speculativa non del tutto metabolizzati restano ancora in pancia a 5 banche tra le più blasonate: Royal Bank of Scotland, Barclays, Credit Suisse e Ubs, Deutsche Bank, per un ammontare complessivo di 549 miliardi (senza considerare altri 132 miliardi di perdite per effetto svalutazioni. Vedasi

E' proprio il caso di dire : "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".

A quando il ripristino dell'ordine e dell'etica?

Possiamo solo sperare nell'Onnipotente, perché Lui solo sa trarre il Bene dal Male? Oppure, un piccolo  aiuto da parte degli Uomini, attraverso cui Egli agisce nella realtà, è ormai opportuno nella attuale situazione di crisi strutturale dove i principi dell'etica sono venuti a mancare?


E' passata l'emergenza siccità? L'Acqua Pubblica sopravvive?

Non sembra che si possano nutrire ancora dubbi sui cambiamenti climatici in atto che hanno prodotto tra l’altro straordinaria calura e siccità nella stagione estiva appena passata. Gli incessanti allarmi per il prosciugamento del lago di Bracciano, per la siccità e per i razionamenti dell’acqua, non soltanto nella Capitale, sono  stati fortunatamente seguiti, alla fine del mese di agosto, da temporali molto intensi che hanno scaricato in pochi giorni su Roma piogge per circa 200 mm (con una punta di 150 mm in un solo giorno); una quantità pari a quella riversatasi nella stessa area dall’inizio dell’anno in corso sino a fine agosto.
L’alta intensità e la breve durata dei fenomeni non aiutano la captazione e raccolta delle acque, ma la costruzione di appositi bacini opportunamente progettati e dotati di sistemi adeguati potrebbe di sicuro risolvere un annoso problema strutturale  e porre fine a quel tipo di allarmismo che viene diffuso “nell’emergenza”,  come nel corso di tutta la stagione passata.
Certamente i sistemi di approvvigionamento idrico nazionale non sono in condizioni ottimali. Le perdite, gli sprechi e l’obsolescenza richiedono investimenti per seria manutenzione straordinaria e per nuove opere, di nuova concezione per far fronte alle grandi necessità del Paese. Ricordiamo però, sempre, che l’Italia è uno dei paesi più ricchi di acqua e ciò che manca è soltanto la volontà politica di intervenire (e forse le risorse economiche)  per risolvere il problema. Questa ritrosia del sistema politico ad intervenire è presumibilmente condizionata  soprattutto dai mai sopiti appetiti dei privati,  che ad ogni occasione si ripropongono e sollecitano (direttamente e indirettamente i media) per poter mettere le mani sull’ “Acqua Pubblica”.

Non bisogna dimenticare che in un recente referendum il Popolo Italiano ha votato per l’Acqua Pubblica e contro l’Intervento dei Privati su una risorsa di primaria necessità per la vita, quasi a sottolineare che una tale risorsa non può essere fatta oggetto di profitto, ma deve permanere nella sfera dei servizi pubblici svolti per il bene comune. Tenuto conto di ciò l’emergenza  non può essere annoverata tra le ragioni per  ribaltare la situazione e provocare un’apertura ai privati (specie per cedere, magari a prezzo esiguo, interi settori dell’Acqua Pubblica). Un tale atteggiamento sarebbe tanto più colpevole quanto più la politica ritarda a mettere in campo interventi straordinari di manutenzione e costruzione di nuove opere per l’Acqua Pubblica. Al riguardo viene spesso sostenuto “strumentalmente” che non ci sono risorse economiche disponibili nei bilanci statali  a questo scopo, ma il settore privato dispone di risorse impiegabili in modo risolutivo. Se ciò fosse vero basterebbe pensare a recuperare con progetti “ad hoc per l’Acqua Pubblica”  quel 40% di fondi che annualmente vengono lasciati “per inedia amministrativa ed organizzativa della macchina statale” nelle casse dell’UE a beneficio di altri paesi membri.
Sarebbe un atto di saggezza, di buona amministrazione e di esempio per la stessa UE che ci osserva continuamente, ma soprattutto contribuirebbe a sfatare quel presunto dogma che "il privato è migliore e più efficiente del pubblico", dando testimonianza concreta che quando ciò avviene è solo perchè il "sistema pubblico" o gestito da incompetenti, o da corrotti.
In alternativa, il liberismo imperante e senza freni non potrà che finire di travolgere il Paese "a beneficio degli Italiani" che hanno il torto di non saper selezionare la propria classe dirigente.

mercoledì 6 settembre 2017

Un popolo di freelance? Il lavoro autonomo in Italia cela il precariato diffuso!


PERCENTUALE DI LAVORATORI AUTONOMI RISPETTO AL TOTALE DEGLI OCCUPATI
ITALIA
21%
Disoccupazione 11%
GRECIA
29%

MEDIA EUROPEA
14%

SVEZIA
9%

DANIMARCA
8%
Disoccupazione 4,3%
GERMANIA

Disoccupazione 3,7%



http://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/09/14/lautoimpiego-cresce-la-disoccupazione-alta-salari-bassi/

I dati sull'occupazione e sulla disoccupazione in Italia non spiegano la vera realtà del mondo del lavoro di oggi.La generalizzazione delle partite IVA porta in sè i germi della fine dello stato sociale e della sostenibilità dei sistemi pensionistici. Ciononostante nessuno sembra intervenire al riguardo.

«Non dimentichiamo che buona parte di questi self-employed sono “finti” perché si parla di rapporti di subordinazione mascherati o di persone che ripiegano sull'autoimpiego». Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/VluhcE

Quasi si esulta per la disoccupazione scesa al 10,9%, ma il problema non è soltanto quello dell'elevata disoccupazione, bensì anche quello di una bassa qualità dell'occupazione (http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-09-28/lavoro-cresce-l-occupazione-ma-posti-sono-termine-e-non-i-giovani-125747_PRV.shtml?uuid=AEP6mDbC), che non è stabile ed è basata essenzialmente sul precariato, impedendo così ai giovani di programmare il proprio futuro e formarsi una famiglia, cellula fondamentale della società ormai in disuso (vedasi http://roccomorelli.blogspot.it/2015/11/parlando-di-famiglia.html). Può continuare il Paese ad essere una "Fabbrica di Talenti" che non utilizza e mutare la propria originaria notazione culturale? (vedi
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-09-13/l-italia-fabbrica-talenti-ma-non-li-utilizza-094749.shtml?uuid=AEKnuESC e
http://www.repubblica.it/economia/2017/09/14/news/confindustria_rialza_le_stime_di_pil_1_5_recuperato_un_milione_di_posti_di_lavoro_-175462497/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P1-S1.6-T1) e
http://www.repubblica.it/scienze/2017/09/27/news/e_i_ricercatori_fuggono_tanti_gli_italiani_premiati_ma_quasi_tutti_all_estero-176601525/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P2-S1.6-T1

Lo Stato e le famiglie possono continuare ad investire per preparare giovani professionisti che poi devono migrare per un semplice salario di sopravvivenza o devono adattarsi a più umili lavori rispetto alle aspirazioni che hanno guidato i loro studi e la loro preparazione? E' forse FINITO IL LAVORO IN ITALIA? A ben guardare la grande quantità di bisogni insoddisfatti e lo stato generale del Paese si direbbe di no! Eppure nella realtà i nostri giovani laureati - specie quelli che non hanno la fortuna di essere genia di notabili di Stato o "pargoli doc" dell'alta classe imprenditoriale o protetti da sistemi più o meno nepotistici - se vogliono lavorare devono migrare quantomeno in Germania o in Francia.
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/27/news/_negli_atenei_un_deficit_etico_cambiamo_le_commissioni_-176601209/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1
http://www.ansa.it/campania/notizie/2017/09/27/indagato-rettore-dellateneo-suor-orsola-benincasa-di-napoli-_1da0541f-fb6e-4d38-8b28-2f69603136b4.html

Si può forse negare questa triste realtà cui né la politica Italiana né quella Europea sembrano capaci di trovare un serio rimedio? E' anche e soprattutto per questa ragione che molti appartenenti alle classi meno abbienti vedono nella "espropriazione" della politica economica nazionale da parte della UE e nella moneta unica le ragioni di questa situazione e  vengono così attratte dai neo-populismi di stampo anti-euro e anti-europeo, senza riconoscere, nei fatti, però, che si tratta solo di parole per carpire consenso e non di intenti e propositi veri. Nascono così piani fatui ed innocui per gli stessi fini per i quali vengono predicati e sbandierati, guarda caso in concomitanza di consultazioni elettorali, alla conclusione delle quali e dei relativi mandati, si constata solo che è cambiato tutto per non cambiare nulla in modo gattopardesco. Coloro che hanno capito il "gioco" si rifugiano nell'astensionismo sfaldando i vecchi partiti e coalizioni e rendendo più facili gli "equilibrismi democratici" ritenuti necessari alla "sopravvivenza della democrazia", ma sono di fatto lontani da una vera ed irraggiungibile democrazia che incomincia ad apparire attuabile, piuttosto che tra poveri umani, solo tra speciali "eletti" autodiretti e dotati di crisma che li assimili a quei membri di un partito di orwelliana memoria e che abbiano interiorizzato "il bipensiero" come :
God is Power - Power is God
War is Peace - Peace is War
Freedom is Slavery - Slavery is Freedom



martedì 5 settembre 2017

"Dai soviet agli oligarchi: disuguaglianze e proprietà in Russia, 1905-2016"

Russia: il tesoro offshore degli oligarchi vale il 75% del reddito nazionale. Lo afferma uno studio diffuso dal National Bureau of Economic Research (Nber) e firmato anche da Thomas Piketty.

L'articolo di Repubblica

http://www.repubblica.it/economia/2017/09/03/news/russia_il_tesoro_offshore_degli_oligarchi_vale_il_75_del_reddito_nazionale-174077015/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P7-S4.2-T1

L'abstract tradotto in Italiano

Questo documento combina i conti nazionali, l'indagine, la ricchezza e i dati fiscali (inclusi i dati fiscali di recente pubblicati sui contribuenti ad alto reddito) al fine di fornire serie costanti sull'accumulo e la distribuzione del reddito e della ricchezza in Russia dal periodo sovietico fino ad oggi. Riteniamo che le misure ufficiali basate sul sondaggio notevolmente sottostimano l'aumento delle diseguaglianze dal 1990. Secondo le nostre stime di riferimento, le quote di reddito superiori sono ormai simili a (o superiori) i livelli osservati negli Stati Uniti. Troviamo inoltre che la disuguaglianza è aumentata sostanzialmente in Russia più che in Cina e in altri paesi ex comunisti dell'Europa orientale. Riguardiamo questa constatazione alla specifica strategia di transizione seguita in Russia. Secondo le nostre stime di riferimento, la ricchezza detenuta offshore dai ricchi Russi è circa tre volte superiore alle riserve ufficiali nette ed è paragonabile in termini di grandezza alle attività finanziarie delle famiglie detenute in Russia.

Il Paper 

http://www.nber.org/papers/w23712.pdf

Le Appendici

“From Soviets to Oligarchs: Inequality and Property in Russia, 1905-2016”

Per un confronto con altri Paesi vedasi :
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/11/08/la-ricchezza-posseduta-offshore-dalle-famiglie-la-classifica-dei-paesi/

lunedì 4 settembre 2017

Una sentenza storica da ricordare: secondo la Corte di Cassazione l'Energia Elettrica non è Bene Indispensabile alla Vita

Con tutto il rispetto dovuto alla Corte di Cassazione, mentre appare auto-evidente che un allaccio abusivo alla rete è sempre e comunque un reato, appare al tempo stesso discutibile che nelle attuali condizioni storiche  l'energia elettrica "non sia da ritenersi un bene indispensabile alla vita". Nella fattispecie un distinguo tra teoria e prassi sarebbe stato opportuno, visto che le sentenze della Corte costituiscono Giurisprudenza.

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-09-04/l-allaccio-abusivo-rete-elettrica-e-sempre-reato-162811.shtml?uuid=AE8ChNNC

Tutto questo accade proprio mentre si vive una delle peggiori crisi della storia contemporanea e in sede UE si discute di Energy Poverty per varare provvedimenti nei confronti di coloro "che non ce la fanno" per le condizioni socioeconomiche ed ambientali in cui si trovano a vivere.


domenica 3 settembre 2017

ESTATE 2017 - UNA STAGIONE DA INCENDIO

Fonti di informazione sostengono che si è trattato dell'estate più calda che si ricordi da qualche secolo, dopo quella 2003. Incendi dolosi o da autocombustione hanno massacrato il territorio boschivo ovunque. Il caldo e l'afa estiva a questi livelli non sembrano affatto "normali". 

Due osservazioni :

A) Nonostante gli effetti sotto i nostri occhi (siccità, desertificazioni, incendi, alluvioni, etc. etc.) si indugia ancora a credere nel cambiamento climatico in atto e a  prendere seri provvedimenti. Ciò vale specie per il Nord America; mentre l'Europa pur con la sua più accorta politica al riguardo dovrebbe mettere in conto e attendersi per il futuro flussi migratori più ampi non solo per rifugiati e migranti economici, ma migranti per motivi ambientali. La Siberia si potrebbe profilare come territorio più densamente abitato.

B) Anche gli incendi che si sono verificati andrebbero meglio investigati e studiati. Per esempio, un sito commerciale a tutti accessibile, quale Strumentitattici.com, pubblicizza la vendita di laser  accendifuoco molto potenti che possono far giungere la propria luce fino a 10 km di distanza. Vedasi il link 

https://strumentitattici.com/collections/frontpage/products/laser-accendifuoco-ad-alta-potenza-t-l9-plus-fire-10mw-con-batteria

Nel caso specifico, con un minimo di conoscenze tecniche ci si chiede:

1 Come può un laser da 10MW essere alimentato da una batteria da 3000 mAh ?
2 La messa a fuoco per funzionare da accendifuoco può giungere fino a che distanza?
3 Se fosse vero che un tale apparato è in grado di fare questo, la Polizia non dovrebbe orientare le proprie ricerche per gli incendi dolosi verso i possessori di questi strumenti e imporre una registrazione obbligatoria così come avviene per le armi da fuoco? 

In ogni caso, non solo in teoria, appiccare fuoco a distanza per mezzo di un potente laser, appare una tecnologia oggi disponibile e "tatticamente" utilizzabile. Materia meritevole di essere indagata da servizi di sicurezza nazionale.

http://www.lastampa.it/2017/09/23/multimedia/esteri/larma-laser-che-a-breve-sar-in-uso-potr-rivoluzionare-lesercito-usa-jHnssgzM3JXbMlGRhKYEQI/pagina.html

giovedì 31 agosto 2017

PER RICORDARE "IL DEBITO"?

Un vecchio proverbio recita: "non c'è più sordo di chi non vuol sentire". Serve a qualcosa ricordarlo? Forse no ma....

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-08-30/italia-no-e-francia-paese-piu-indebitato-dell-area-euro-202718.shtml?uuid=AE2nIVKC

E' noto da sempre e oggi qualcuno sembra di aver scoperto "l'ombrello"!.

lunedì 21 agosto 2017

Qualcuno nella Chiesa cattolica vuole cambiare modo di fare beneficenza

Un post che fa riflettere:


offre a tutti i Cattolici lo spunto per una riflessione importante che tutti dovremmo fare rileggendo però con attenzione non solo le Sacre Scritture e la Patristica, ma anche i lavori di Max Weber, primo tra tutti L'ETICA PROTESTANTE E LO SPIRITO DEL CAPITALISMO. Potremmo arrivare alla conclusione che il Mondo Cattolico avrebbe fatto meglio ad abbracciare il "Calvinismo Monacale" (ben descritto da Weber) al suo primo nascere. Per questa ragione, forse, una parte del Mondo Cattolico considera queste tendenze come una sorta di deriva calvinista di cui si ritrova palese traccia in scritti di moderni Pastori del nostro tempo, di nostra conoscenza e molto vicini a noi.
Certo è che la Scolastica non a caso riteneva "peccaminoso" l'interesse a prescindere dalle vere e proprie pratiche di usura. L'impossibilità di "servire due padroni" non sembra che possa oggi valere solo per i Fedeli, ma non per la Chiesa nel suo complesso ! La remunerazione del capitale è oggi legata alla creazione di moneta attraverso strumenti finanziari piuttosto che attraverso intrapresa industriale; e le condanne della Chiesa Cattolica a tale riguardo sembra siano state esplicite in diverse recenti Encicliche. Non si rischia, quindi, di cadere in palese contraddizione?
Lo scopo della Chiesa Cattolica non è certo quello delle Banche d'affari e la Chiesa intende far fruttificare il capitale per scopi sociali! Ma Il Calvinismo vero di cui parla Max Weber ha esattamente le stesse finalità. Però, la fruttificazione del capitale è storicamente legata al Pubblico e non alla Chiesa (vedasi "Money should be left in the hands of the Public to fructify"), cosa che potrebbe indurre confusione e dubbi sulla Fede in caso di un approccio diverso.
Il punto vero è che il valore non lo crea la finanza, ma il LAVORO dell'uomo e la sua intelligenza eticamente orientata. In questo sta la differenza tra Marxismo e Cattolicesimo. Quindi la missione della Chiesa non dovrebbe essere limitata al Magistero e all'Insegnamento ?
Gli interrogativi sono molti e molto radicati. Ci si augura che per questo problema non facile Papa Francesco e l'intero corpo ecclesiale possano trovare giusta soluzione per uscire da una simile empasse.

domenica 4 giugno 2017

PSICOLOGIA DI UNA CRISI, OSSIA ASIMMETRIE PERCETTIVE E COGNITIVE: UN PROBLEMA DI FIDUCIA (E DI INTERESSI)?


Può sembrare un titolo oscuro, ma basta leggere questi articoli per comprendere.
https://it.businessinsider.com/blanchard-la-grecia-si-salva-fuori-dalleuro-bruxelles-permetta-allitalia-di-aiutare-le-banche/
https://it.businessinsider.com/la-germania-spinge-litalia-fuori-dalleuro-draghi-fa-muro/
Se certe verità vengono sostenute da un povero "nessuno" allora costui è un "ignorante populista" schierato contro l'Europa, ma se a sostenere quelle stesse verità è il Prof. Blanchard del FMI allora c'è qualche speranza d'ascolto tra coloro che (a loro giudizio!) "non sbagliano mai e hanno sempre ragione", salvo poi lasciare alla Storia dimostrare quanto avessero torto!
Non si tratta solo dell'autorevolezza e competenza della "fonte", ma si tratta di un problema di preconcetti e di convenienza.
I preconcetti non ci rendono liberi; né nella percezione e tanto meno nella cognizione. Molto spesso ai preconcetti si aggiungono mere questioni di interesse di parte e soprattutto di fiducia nei confronti degli interlocutori.
Ciononostante si stenta a capire la lezione pur continuando a dibattersi in problemi che appaiono irresolubili, ma in realtà potrebbero non esserlo.
Ce n'è abbastanza per reinterpretare "Leon Festinger e la sua teoria della Dissonanza Cognitivaper dare spazio a quelle teorie delle analisi transazionali che interpretano tutto (o quasi) in funzione di convenienze, interessi e remunerazione (financo in termini psicologici e di autogratificazione). 


POPULISMI ED ANTAGONISMI GLOBALI TRA GEOPOLITICA E FANTAPOLITICA?

Vi è contiguità tra due importanti eventi organizzati negli ultimi mesi dall’ISTITUTO  DI SCIENZE SOCIALI  E STUDI STRATEGICI “GINO GERMANI” in merito a temi che riguardano la sicurezza europea  che si sono tenuti a Roma rispettivamente :
    1)      il 27 ottobre 2016,  dal titolo “L’Europa sotto attacco: verso una nuova strategia di sicurezza per fronteggiare un quadro di minacce sempre più insidioso”;
    2)      il 31 maggio 2017,  dal titolo “La strategia d'influenza della Russia in Europa: Mosca e i movimenti populisti europei di destra e di sinistra”. 
In entrambi i casi si è trattato di una riflessione  con analisti, esperti e decision-makers provenienti dalle Istituzioni governative civili e militari, dal mondo economico, dalle università e gli istituti di ricerca, dai mass media esperti europei .
L’intento del primo evento è stato quello di analizzare il quadro delle minacce interne ed esterne che oggi insidiano l’Europa, nonché di definire delle linee-guida di una nuova strategia di sicurezza a livello europeo; nonché  di approfondire i motivi che rendono necessario, per l’Europa, un cambiamento culturale e di visione strategica per poter fronteggiare rischi inediti per la pace e la sicurezza nel Continente, con particolare riferimento a tre crisi di sicurezza interconnesse:
a) la radicalizzazione islamista di settori delle popolazioni musulmane del Continente e la conseguente crescita della minaccia terroristica jihadista;
b) i massicci e incontrollati flussi migratori provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, che comportano notevoli rischi di destabilizzazione sul piano sociale, politico e della sicurezza;
c) la sfida di una Russia revisionista all’ordine di sicurezza europeo e il ricorso, da parte di Mosca, agli strumenti del hybrid warfare per ricostituire la propria sfera di influenza nello spazio post-sovietico, minare la coesione dell’UE e indebolire la NATO.
Con il secondo evento si è voluto contribuire a:
d) una più profonda conoscenza e consapevolezza della strategia d’influenza russa in Europa, il cui elemento centrale è il tentativo di sostenere e sfruttare l’onda populista;
e) analizzare i crescenti collegamenti e rapporti di collaborazione tra Russia e movimenti populisti, e valutarne i possibili riflessi sul futuro della sicurezza e della stabilità degli Stati europei;
f) proporre linee-guida per una risposta strategica alle rivolte populiste e al soft power di Mosca in Europa, teso a minare la coesione dell’UE e della NATO, alimentando altresì crescenti problemi di stabilità interna nei Paesi del continente.

Gli spunti di riflessione dell’Istituto Germani (estratti dagli inviti) sono rilevanti e sono stati i seguenti:

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Spunti di riflessione forniti dall’Istituto Germani per il primo evento :
 Il quadro di minacce che oggi insidiano la sicurezza interna ed esterna dell’Europa ha raggiunto un livello di pericolosità senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda. Per fronteggiarle adeguatamente saranno necessari un profondo cambiamento di cultura e mentalità da parte delle élites politiche e della società civile in Europa, nonché un ripensamento delle politiche nazionali e dell’UE in molteplici settori, tra cui controterrorismo, immigrazione, politiche estera, della difesa e dell’industria militare, politica economico-finanziaria. Tre diverse crisi, tra loro interconnesse e in continua evoluzione, stanno creando uno scenario di rischi inediti per la pace e la sicurezza in Europa:
1) Un Medio Oriente destabilizzato dal collasso di numerosi Stati e dall’espansione di movimenti jihadisti (sostenuta da alcuni Stati del Golfo Persico) continua ad alimentare fenomeni di radicalizzazione islamista all’interno delle popolazioni musulmane in Europa, accrescendo così la minaccia terroristica nel Vecchio Continente.
2) Massicci e incontrollati flussi migratori provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente creano crescenti problemi di sicurezza e stabilità in Europa, tra cui l’espansione all’interno delle città europee di “zone franche” di fatto fuori dal controllo delle Autorità, tensioni interetniche e inter-religiose spesso violente, e l’ascesa di partiti e movimenti politici di estrema destra.
3) Con l’annessione della Crimea e la destabilizzazione dell’Ucraina orientale la Russia ha sfidato apertamente l’ordine europeo di sicurezza, impiegando le armi della “guerra ibrida” per ricostituire una propria sfera d’influenza nello spazio post-sovietico. Mosca mira inoltre a sfruttare la crisi politica profonda che ha investito l’Europa per minare la coesione dell’UE e indebolire la NATO. Secondo alcuni analisti, peraltro, l’intervento militare russo in Siria avrebbe destabilizzato ulteriormente la situazione in Medio Oriente, aumentando i flussi di profughi verso l’Europa. I governi europei e la stessa UE si trovano, per molti aspetti, impreparati ad affrontare in modo efficace questo nuovo scenario di minacce. Ciò si deve a scelte politiche molto discutibili, compiute da diversi Stati europei negli ultimi due decenni, che hanno finito per indebolire la loro capacità di tutelare la propria sicurezza nell’attuale turbolento scenario geopolitico. Come ad esempio l’aver lasciato che le capacità militari del Vecchio Continente subissero un grave declino, anche in conseguenza di costanti tagli di bilancio, proprio in una fase storica in cui lo strumento militare andava assumendo crescente importanza nelle relazioni internazionali.
 Altri errori strategici, ripetuti negli anni, hanno aumentato le vulnerabilità degli Stati europei nei confronti di minacce sia interne che esterne. Tra questi vanno menzionati :
-   la sottovalutazione dei gravi rischi di destabilizzazione sociale e politica connessi all’immigrazione irregolare (soprattutto in tempi di crisi economica);
- la mancata attuazione di una rigorosa politica di repressione e contrasto nei confronti dell’ideologia salafita, la cui diffusione in seno alle comunità musulmane in Europa è stata per anni tollerata;
- la mancata creazione di una agenzia di intelligence europea specializzata nella lotta al terrorismo, all’estremismo violento e all’eversione.
 L’UE, dal canto suo, si è finora dimostrata poco efficace nella gestione dei crescenti problemi di sicurezza del Continente, a causa di molteplici fattori, tra cui una mancanza di visione comune tra gli Stati membri su quali siano le più importanti minacce da contrastare. Non a caso, l’attuale crisi politica dell’UE, soprattutto dopo Brexit, sta spingendo alcuni Stati membri a tentare di rinazionalizzare le proprie politiche di sicurezza, il che rappresenta una risposta parziale e inadeguata.
 Per evitare che gli Stati del Continente perdano progressivamente la capacità di proteggere i propri cittadini - e di esercitare la propria sovranità nel rispetto dei valori della democrazia liberale - occorre una nuova strategia di sicurezza a livello europeo, di carattere olistico e multidimensionale. Tale strategia, fondata su un’analisi chiara e condivisa delle principali minacce, dovrebbe essere tesa a potenziare sempre di più le capacità europee di resilienza, deterrenza e difesa.

Spunti di riflessione forniti dall’Istituto Germani per il secondo evento :
Negli ultimi anni i movimenti di protesta populisti – o “anti-sistema” - sono diventati una forza sempre più rilevante sulla scena politica europea. Essi sono caratterizzati da: 1) un orientamento “sovranista” e contrario alla globalizzazione; 2) l’ostilità nei confronti delle élite politiche ed economiche – l’”establishment” - dei vari paesi e dell’Unione Europea, viste come corrotte e incompetenti; 3) la volontà di contestare e delegittimare i valori e le norme fondamentali della democrazia liberale. Come è stato evidenziato da diversi esperti, la crescita della rivolta populista potrebbe destabilizzare i regimi democratici del continente, determinando una pericolosa “ri-nazionalizzazione” degli Stati che manderebbe in frantumi l’UE e il legame transatlantico. Il che avrebbe ripercussioni imprevedibili sul piano della sicurezza e la stabilità. La sfida destabilizzante alle democrazie europee, insita nei movimenti populisti, viene accresciuta e resa ancora più complessa dai legami, spesso molto stretti, fra la Russia (sempre più determinata a recuperare lo status di potenza globale) e i partiti populisti del continente. La maggior parte di questi hanno un orientamento decisamente filo-Cremlino e ne condividono l’ostilità verso l’ordine internazionale liberale guidato dall’Occidente e l’”interventismo occidentale” nei più diversi scenari geopolitici. L’onda populista nel continente, perciò, è diventata un fattore rilevante nella contrapposizione geopolitica tra Occidente e Russia. Per comprendere perché i movimenti “anti-sistema” abbiano voluto instaurare forti legami e rapporti di collaborazione con Mosca occorre considerare le evidenti affinità ideologiche tra le forze populiste – sia di destra che di sinistra - e la Russia di Putin. I populismi di destra sono attratti dalla nuova ideologia del Cremlino, nazionalista, eurasista e conservatrice sotto il profilo sociale e culturale, la quale esalta la sovranità nazionale, la difesa dei valori tradizionali e cristiani, l’autoritarismo politico, il rifiuto del sistema di valori dell’Occidente secolarizzato, percepito come decadente e nichilista. Inoltre, i populismi di destra tendono a ravvisare nel regime di Putin un modello di leadership forte e autoritaria, nonché a considerarlo un alleato prezioso nella lotta all’Islam radicale, nella resistenza alla secolarizzazione delle società contemporanee, nel contrasto alla globalizzazione economica e nel recupero della sovranità e dell’identità delle Nazioni. I populisti di sinistra condividono con gli ideologi del Cremlino una visione molto negativa della globalizzazione e dell’ordine mondiale capitalistico dominato dagli USA. Sia la destra che la sinistra populista tendono a percepire la Russia come indispensabile contrappeso geopolitico al potere globale statunitense. La forza di attrazione ideologica esercitata dal regime russo sui movimenti di protesta anti-sistema – così come la presenza di diversi obiettivi politici comuni (come la delegittimazione dell’UE e dell’Alleanza Atlantica) – hanno portato a una crescente collaborazione tra Mosca e forze populiste.
La Russia ovviamente non è la causa della rivolta populista, la quale viene alimentata da problemi reali – di carattere socio-economico, identitario e di sicurezza - che affliggono settori molto estesi delle società europee. Problemi ai quali le élite del continente non hanno ancora saputo offrire valide soluzioni. Mosca , tuttavia, ha scelto di sostenere l’onda populista perché la ritiene funzionale al perseguimento di tre obiettivi strategici: 1) indebolire ed eventualmente disgregare l’UE e la NATO (che Mosca percepisce come insidie non solo per le proprie ambizioni geopolitiche ma anche per la propria sicurezza e stabilità); 2) aumentare l’instabilità socio-politica interna dei paesi europei e fomentare tensioni tra Stati dell’area euro-atlantica; 3) alimentare la sfiducia dell’opinione pubblica in Europa nei confronti della democrazia liberale e dei valori fondamentali della “società aperta”. Mosca, inoltre, spesso si serve delle forze populiste per amplificare le proprie campagne di disinformazione, influenzare il dibattito politico in Europa a proprio favore, esercitare pressioni nei confronti dei governi nazionali e dell’UE in merito a questioni particolarmente importanti per la Russia. Il Cremlino ha altresì utilizzato diversi partiti populisti per legittimare, a livello internazionale e talvolta anche interno, le proprie scelte di politica estera (ad esempio, nel marzo 2014, in occasione del referendum in Crimea, vari esponenti politici della destra populista europea si recarono sul posto come osservatori, mentre l’OSCE non ne inviò alcuno). Il sostegno offerto a movimenti populisti di destra e di sinistra s’inserisce in una più ampia strategia russa di influenza e soft power in Europa, perseguita mediante strumenti quali campagne di disinformazione (che sfruttano le più innovative tecnologie informatiche e i media digitali), pressioni energetiche, attacchi cibernetici , investimenti in settori strategici dell’economia, instaurazione di rapporti di affari con esponenti delle élite politica ed economica, finanziamenti a favore di think tank e istituti culturali. Le élite europee non hanno ancora dato una risposta efficace alla rivolta populista e al sostegno ad essa offerto dalla Russia. Una tale risposta non potrà prescindere dalla formulazione di politiche innovative in diversi campi (economia, sicurezza e ordine pubblico, immigrazione irregolare, lotta alla corruzione diffusa tra le élite, etc.) finalizzate ad aggredire i problemi e i disagi che alimentano i movimenti “anti-sistema”. Sul piano culturale, della comunicazione e dell’istruzione si rende sempre più necessaria una strategia atta a difendere i valori e le norme della democrazia liberale dagli attacchi delle forze populiste tesi a delegittimarli e screditarli. Il contrasto alla propaganda populista dovrà essere accompagnato dalla messa in atto di adeguate contromisure nei confronti della disinformazione russa, quali la sensibilizzazione dell’opinione pubblica al problema, la rivelazione pubblica di specifiche operazioni disinformative, la diffusione di una “contronarrativa” atta a controbattere le campagne comunicative del Cremlino tese a minare la fiducia della popolazione nella democrazia liberale e ad alimentarne l’ostilità nei confronti dell’UE. Infine, sarà necessario rafforzare le attività di counterintelligence e altre misure volte a contrastare i finanziamenti esteri occulti a favore di partiti politici e qualsiasi forma di ingerenza destabilizzante nei processi politici dei paesi europei.

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Qualche commento
Gli interventi nel secondo convegno sono stati tesi a fornire al Prof. Germani commenti sollecitati al pubblico. Ecco alcune risposte, per esempio:
·         
“   Il modello delineato certamente si adatta ai paesi dell’est europeo (ex Comecon compresa la Germania dell’Est), ma non sembra applicabile ai paesi del Sud Europa dove i populismi trovano alimento da una evidente divergenza tra l’Europa Unita desiderata (dal popolo e dai padri fondatori) e l’Europa di fatto realizzata”.

oppure:
·        
“    "L’adombramento dell’ipotesi di un crescendo di una vera e propria internazionale nera che mira alla caduta delle democrazie liberali  tradizionalmente intese.”

E’ difficile dire se sia casuale che in data 1/6/2017, a valle dell’ultimo evento, importanti giornali nazionali abbiano riportato la seguente notizia “La Germania prepara un esercito Ue guidato dalla Bundeswehr” (vedasi link seguente)
Ad ogni modo, le critiche all’Istituto Germani non si sono fatte attendere, vedi ad es.
ma le posizioni dell’Istituto Germani sembrano trovare altrove qualche conferma, vedi ad esempio
Non è comunque una novità che “nel lungo periodo il grande sogno geopolitico del nazionalismo russo sarebbe quello di sostituire all’Unione europea alleata con gli Stati Uniti una nuova Eurasia che vada dalla costa atlantica dell’Europa a Vladivostok (Eurasia), e di cui la Russia sarebbe egemone”.
Occorre ricordare che sin dall’inizio degli studi di geopolitica si sosteneva da più parti, in Europa, che avrebbe dominato il Mondo chi fosse riuscito a dominare sull’Eurasia.

Pertanto, le tesi orwelliane andrebbero rilette alla luce dei moderni fatti geopolitici? 

martedì 30 maggio 2017

L'ESPERIENZA DELLA CASSA DEL MEZZOGIORNO: L'ESIGENZA DI DISCERNIMENTO PER UNA VERITA' STORICA

UN ESTRATTO DA :
On line il Quaderno monografico SVIMEZ numero 50 "Il Mezzogiorno nella storia economica d'Italia. Una questione aperta" 
http://win.svimez.info/alert_acs/acs1.html
il ritardo del Sud non è un destino cinico e baro della storia, ma dipende piuttosto da precise scelte politiche, compiute o mancate. 
Con il recupero dell’Archivio della Cassa del Mezzogiorno si rende disponibile un prezioso materiale storico e si forniscono efficaci strumenti di ricerca per una più approfondita riflessione sullo storia, per molti aspetti controversa, della Cassa. Controversa perché il ruolo della Cassa è stato a lungo sminuito o negato da una vulgata, e anche da una letteratura, che la presentava come il simbolo dell’assistenzialismo più retrivo o, nei casi migliori, come un esempio di inefficienza e di sprechi. Un ruolo che, invece, si sta ampiamente rivalutando alla luce degli studi fondati sulle nuove fonti rese disponibili dalla Banca Mondiale e dall’Archivio storico della Cassa stessa. 
Non a caso, il citato volume curato dalla SVIMEZ nell’ambito del progetto ASET, si apre proprio con l’importante riflessione retrospettiva che nel 1981 l’ex Presidente della Cassa, Gabriele Pescatore, dedicò a quella esperienza, su quel quarto di secolo del più intenso sviluppo del Sud e della più alta convergenza tra Nord e Mezzogiorno. 
L’esperienza della Cassa di Pescatore, dal momento della costituzione fino alla metà degli anni Settanta, si iscrive, infatti, nella fase magica dello sviluppo italiano ed ebbe una funzione cruciale per efficacia e capacità realizzativa, nel venticinquennio in cui il Sud, per la prima volta nella storia unitaria, contribuì in misura decisiva alla crescita dell’intero Paese e a realizzare il “miracolo economico”. 
Miracolo al quale, parimenti alla Cassa, contribuì anche l’altro grande braccio dell’intervento pubblico che fu il sistema delle imprese a partecipazione statale, IRI ed ENI in testa. Ma la Cassa, con la sua natura peculiare dal punto di vista istituzionale, seppe via via conquistarsi un ruolo centrale, divenendo l’elemento del più ampio complesso di iniziative pubbliche che prese il nome di «intervento straordinario» nel Mezzogiorno. Al successo della prima Cassa diede una forte spinta la natura tecnico – ingegneristica dello strumento, che la mise al riparo da quella deriva politico burocratica che nella fase successiva l’ha snaturata. 
Non a caso, tra il ’50 e il ’74, il Pil meridionale crebbe più che nei precedenti 90 anni unitari. Grazie alla Cassa si affermò un sistema che fu baluardo di un’azione programmata affidata per la sua realizzazione a presidi di personale tecnico di prim’ordine. In definitiva, la Cassa fu un’agenzia esemplare per tutta la fase della presidenza Pescatore e quell’esperienza può essere oggi riconsiderata proprio perché il tema dello sviluppo - e quindi del persistente dualismo -, come problema fondamentale dell’Italia, torni ad avere piena cittadinanza, se si vuole veramente governare l’uscita dalla lunga fase recessiva degli ultimi anni. Partendo proprio dall’assunto che, come negli anni ’50, il Sud è un ingrediente fondamentale della costruzione di un Paese che voglia avere un ruolo in Europa.


TUTTO CIO' ACCADE MENTRE ORGANI DI STAMPA ANNUNCIANO UN PROSSIMO REFERENDUM SULL'AUTONOMIA DELLA REGIONE LOMBARDIA.
http://www.lastampa.it/2017/05/29/italia/politica/maroni-firma-il-decreto-il-ottobre-referendum-per-lautonomia-della-lombardia-njX5zUljq1x45AI0JxGStN/pagina.html

Oh mia patria si bella e perduta!

venerdì 26 maggio 2017

TRATTATO sull’APOCALISSE di Isaac Newton : Interrogativi sulla natura della LUCE e della TRINITA’

Sin dai primi rudimenti di catechismo e lungo tutto il percorso di crescita di un cristiano viene spesso sottolineato il “valore profetico” delle Sacre Scritture e chi si avvicina ad esse ha anche modo di ritrovare fatti, episodi,  rispondenze, analisi che tendono a confermare questo tipo di ermeneutica, al punto di percepire il nesso di continuità, quel filo rosso, quel grande piano salvifico che presenta la tradizione cristiana e sottende la storia dal momento della creazione  sino all’instaurazione del regno messianico. Si tratta di un messaggio sottile, acuto, ma universale, che tutti possono comprendere e che non è nascosto, ma anzi destinato ai “piccoli” che, nella fede, potranno comprenderlo proprio mentre sarà occultato ai “grandi”. Tutto ciò non toglie, però, che punto oscuro di tutta la catena sequenziale che presentano i Libri del Canone è  e resta l’Ultimo Libro.
Il Libro dell’Apocalisse, ultimo libro del Nuovo Testamento, è veramente un Libro difficile. Un lettore semplice, senza alcuna preparazione teologica, rischia di “perdersi” alla ricerca di un senso sfuggente e che oscilla tra una generica, mera e rigida interpretazione letterale, d’impronta millenarista sulla fine dei tempi, e tante possibili interpretazioni allegoriche, che non si riesce a decidere quanto possano escludere oppure integrare il significato letterale che se ne può cogliere in senso stretto. Viene anche il dubbio se un libro di tali contenuti possa essere destinato a quegli umili di cuore e poveri di spirito esaltati nel Discorso della Montagna o non sia invece destinato, sebbene non in maniera esclusiva, a particolari componenti  oppure agli stessi Pastori del Gregge.
Chi ha ricevuto una formazione tecnico-scientifica e si ponga il problema di comprendere il Libro dell’Apocalisse non può far a meno di far ricorso, alla fine, anche al Trattato sull’Apocalisse di Isaac Newton. Quest’opera del grande scienziato e teologo inglese conduce inevitabilmente ad una interpretazione posta alla base di una storica disputa, ancora oggi presente in una parte del mondo protestante, che vede nell’Apocalisse la caduta della Grande Meretrice identificata con la Chiesa di Roma.
L’argomento di questa breve nota non vuole, comunque, entrare nel merito di questa difficilissima questione, da sempre dibattuta a partire dal momento in cui il cristianesimo riformato si è disperso in tanti rivoli, quanto porre l’accento su una singolare e netta posizione dello scienziato che si scopre nel corso del citato trattato: la negazione della natura trinitaria attribuita al Dio cristiano dal concilio di Nicea; elemento esso stesso di condanna e caduta, secondo Newton, della Chiesa di Roma.
Affascina, però, pensare che proprio Newton che propendeva per una teoria corpuscolare della luce, in contrapposizione con Huygens, che invece propendeva per una teoria ondulatoria, non abbia potuto compiacersi dei risultati cui è giunto, molto dopo, De Broglie nella sua teoria duale della luce, mettendo  praticamente d’accordo le due diverse impostazioni che sembravano contrapposte. La luce, infatti, come è accertato dalla Fisica moderna, in alcuni fenomeni mostra il suo aspetto corpuscolare,  mentre in altri quello ondulatorio. Ma, in entrambi i casi, la luce si manifesta come fenomeno energetico o comunque ad esso riconducibile. Nel caso in cui  emerge l’aspetto corpuscolare della luce entrano in gioco le masse, le velocità delle particelle in interazione; mentre, invece, quando emerge l’aspetto ondulatorio entrano in gioco la frequenza della luce e la costante di Planck. In ogni caso tutte e due le manifestazioni sono riconducibili a energia che si manifesta nell’uno e nell’altro modo.
Oggi in scritti di teologia (vedi ad esempio Michael Mireau (1998) - God the Creator : Developing a Trinitarian Understanding of Creation) si sostiene che lo Spirito (amore che esprime il legame trinitario) è il potere unitivo all’interno della creazione e lo spazio in cui le creature restano distinte una dall’altra; si parla, in maniera esplicita ma analogica, del lavoro dello Spirito come campo di forza che tutto permea e che mantiene ogni parte dell’intera creazione in uno stato di mutua interazione per condurla verso i propri fini. Tutto questo appare molto convincente nella sfera macro della realtà, ma appena si giunge al livello micro, la natura della luce riaffiora e allora ci si domanda se non sia lecita anche qui una esplicita analogia esplicativa della natura trinitaria. La particella di luce, il suo relativo pacchetto di onde e l’energia che essi esprimono, non possono ben rappresentare una triade di un’unica natura (energetica) pur restando tre distinte entità intimamente connesse?
Newton -  che taluni, per tracciarne ed enfatizzarne i tratti, hanno esageratamente paragonato ad un teologo che incidentalmente si occupava di fisica – se fosse vissuto ai nostri tempi si sarebbe certamente occupato di questi argomenti e chissà se le sue argomentazioni intorno alla Trinità non sarebbero mutate?



domenica 30 aprile 2017

SOFISMI E MODELLI EURISTICI SU UNA PRESUNTA REALTA’ DUALE

Estratto da una lettera ad un amico mai riscontrata

Nel corso del nostro incontro ti ho ascoltato con molta attenzione mentre sostenevi, sulla base di una scientifica visione duale della realtà, che necessariamente l’Essere deve “contenere” il positivo ed il negativo insieme, ovvero l’Essere ed il suo contrario Non Essere.
Ti ho ascoltato e non ho potuto obiettare, perché oggettivamente la materia e noi stessi conteniamo cariche di entrambi i segni; ma, anche perché, da ipotesi scientifiche sappiamo,  che l’universo intero potrebbe esistere solo  perché prevale la materia sull’antimateria – anche se di poco – dal momento che, come qualcuno sostiene, per effetto di “una fluttuazione quantistica”, il cosiddetto “vuoto ( mare di Dirac)” ha prodotto il Big-Bang, ovvero la creazione dello spazio-tempo e tutto ciò che esso contiene.
Ciononostante, l’idea duale, che può sembrare “oggettiva”, stona un poco con insegnamenti teologici correnti! Mi sono, poi, imbattuto per caso nel “De Casu Diaboli” di S. Anselmo da cui ho estratto questo pezzo che ti invio, perché mi piacerebbe sentire quali siano le tue obiezioni alla tesi che sostiene.
Ti segnalo che, a mio modo di vedere - seguendo l’ipotesi del Punto Omega  del Prof.  J.F. Tipler  (vedi Fisica dell’Immortalità e Fisica del Cristianesimo dello stesso autore – ediz. Mondadori) come :
Essere =  fine teleologico di ogni onda/particella dell’universo la cui esistenza nello spazio-tempo è modulata dall’Essere stesso -
 l’impostazione di S.Anselmo non sembra affatto erronea. Che ne pensi? A me non sembra un “sofisma”.(Scusa se il pezzo è in inglese – facilmente comprensibile - ma non dispongo di una versione in Italiano).
……………………………………………………….
But if you consider existing things: when they pass to not-being,
God does not cause them not to be. For not only does no other
being exist except by His creating, but also a being cannot at all
remain what it was made except by His conserving. Therefore,
when He ceases to conserve what He has created, then that thing
which existed returns to not-being, not because He causes it not to
be but because He ceases to cause it to be. For when as though angered,
God removes being by destroying something, not-being is
not from Him. But when He reclaims as His own what He had bestowed,
then that thing which was created by Him, and by Him was
being conserved in existence, returns unto not-being, which it had
not from Him but from itself before it was created. For example,
if from someone you reclaim a tunic which you willingly gave for
a while to him, who was naked, he does not have his state of nakedness
from you; but when you reclaim what was yours, the man returns
into the state he was in before having been clothed by you.
Assuredly, just as from the Supreme Good comes only good,
and just as every good is from the Supreme Good, so from the
Supreme Being comes only being, and every being is from the
Supreme Being. Thus, since the Supreme Good is the Supreme
Being, it follows that every good thing is a being and every being
a good thing. Therefore, nothing and not-being are not goods,
even as they are not beings. And so nothing and not-being are not
from Him from whom comes only good and being.
----------------------------------------

Peraltro, dato che lo spazio-tempo è una realtà percorribile e l’antimateria è anch’essa una realtà identificata come “materia che risale il tempo”, ovvero con freccia temporale invertita,  si dovrebbe presumere che il Big-Bang sia lo scontro di due masse, una di materia (più grande) e l’altra di antimateria più piccola, che dopo l’annichilimento totale di quest’ultima e parziale della prima, nonché dopo la relativa emissione di energia (raggi gamma), abbia dato luogo all’universo che conosciamo, e a quello che non conosciamo ancora (non solo perché ce lo esclude il cono di luce). Infatti, per effetti di “simmetria” al Big-Bang – dall’altra parte, per così dire, su un piano spazio temporale bidimensionale, deve opporsi un “Big-Crunch” (insomma Buco Bianco/Buco Nero viaggiano insieme) anche se essendo i raggi di curvatura estremamente ampi ed in continua espansione noi percepiamo l’universo come piatto e composto solo di materia, non riuscendo più a vedere l’energia “annichilita” che si conserva sotto varie forme radiative e non radiative (per es. cinetica in prossimità del Chrunch, etc.). In sostanza c’è una singolarità nell’universo, li dove è avvenuto il Big-Bang, più singolare delle altre, che separa il mondo della materia da quello dell’antimateria, il mondo che si espande da quello che implode (struttura toroidale : la mela sezionata!) e quella singolarità è il Punto Alfa, ma al tempo stesso (dall’altra parte – ovvero dalla parte prospettica del Buco Nero) è il punto Omega da cui tutto nasce e tutto ritorna “per fare nuova ogni cosa” attraverso lo sgretolamento, da un lato, dovuto all’effetto marea gravitazionale e all’emissione di “energia finissima” dall’altro, che superata una certa fase di opacità radiativa condensa poi in materia come la conosciamo. Questa singolarità più singolare delle altre -  a guisa della quale si realizzano localmente nello spazio-tempo altre “singolarità minori” dipendentemente dalla quantità locale di materia/energia (in teoria percepibile nella nostra realtà) ed antimateria/anti-energia  (non percepibile) – è l’unico punto nell’universo che attraverso la struttura della spazio tempo (un reticolo fatto da elementi di dimensione della scala di Planck e dove la propagazione delle sue vibrazioni/deformazioni viaggiano a velocità superluminale essendo la massa coinvolta nulla) è in contatto con ciascun altro punto esistente nello spazio tempo e permea anche gli interstizi subnucleari (membrane di  Bloch senza limiti fisici). Siamo abituati a pensare a questa singolarità del Big Bang in termini “statici”, come ad un fenomeno “contingente” piuttosto che “immanente”. Se fosse vero, invece, come le mie congetture suggeriscono che si tratti di un processo dinamico, quasi-ciclico, si avrà sempre in determinate condizioni e ad una certa distanza spazio-temporale dalla singolarità, dalla nostra parte sensibile, si formeranno mondi abitabili dove si svilupperanno esseri intelligenti capaci di osservare l’universo, comprenderlo ed apprezzarne la maestosità, piegando le ginocchia al pensiero di quel Punto Alfa-Omega che nel corso del processo raccoglie “informazioni” dalla materia che precipita su Esso e riemette, vede tutto e sa tutto essendo in contatto con ogni punto dello spazio-tempo, agendo da Collettore di Conoscenza che può mettere a disposizione di “esseri creati” al  fine di evolverli secondo un Suo piano evolutivo dell’intero universo.

Un simile modello euristico - non so se modellabile matematicamente – non implica un Essere che include il Suo Contrario; semmai glielo pone come “Subordinato” (per effetto di materia > antimateria) mette insieme i tradizionali modelli della Creazione Continua, degli Universi Aperti o Chiusi o Piatti, dà la possibilità di spiegare l’energia oscura e soprattutto, attraverso la coincidenza di Alfa/Omega come centro della Creazione realizza la Coincidentia Oppositorum, e apre immediatamente una sorta di connessione tra ogni possibile spiegazione scientifica e contesti filosofico-teologici. La Singolarità origina e sostiene tutte le cose, le permea in ogni momento e possiede in ogni momento tutta la conoscenza. Il Modello propone un Essere che evolve e supera l’evoluzionismo spenceriano e darwiniano inglobandoli e collocandosi vicino ai punti di vista di Teilhard de Chardin,  sostanzia quel passaggio sequenziale dall’energia alla materia, per trasformarsi attraverso l’evoluzione prima in biosfera e poi in noosfera, fino a giungere a una configurazione cristica che solo lontanamente, se male intesa,  può richiamare impostazioni panteistiche alla maniera di Spinoza o Giordano Bruno.

mercoledì 12 aprile 2017

INTERROGATIVI

1) IL DEBITO E' RICCHEZZA CHE GLI STATI HANNO POSTO NELLE MANI DEI PRIVATI?

Il Sole 24 Ore pubblica un articolo dal titolo "Una montagna alta 44mila miliardi di dollari. Ecco la mappa del debito pubblico mondiale" al link :
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-02-28/una-montagna-alta-44mila-miliardi-dollari-ecco-mappa-debito-pubblico-mondiale-104035.shtml?uuid=AEyJsze

2) NELLA MASSA DI RICCHEZZA CIRCOLANTE (carta moneta, titoli, moneta elettronica, etc.) NON DOVREBBERO ESSERE CONSIDERATI ANCHE I "DERIVATI" VALUTATI INTORNO A 700 MILA MILIARDI DI DOLLARI ( di fronte ai quali il problema del debito quasi scompare)?

3) CON LE ECONOMIE EMERGENTI QUESTA MASSA MONETARIA NON TENDERA' ALL'ESPANSIONE? E QUALI SONO I RISCHI (OLTRE CHE PER LE RISORSE DEL PIANETA) DI UNA TALE ESPANSIONE?

4) LA SOLIDARIETA' E CONDIVISIONE DELLA RICCHEZZA TRA I POPOLI - VISTI GLI EFFETTI DELLA CRISI - E' UNA VIA PRATICABILE?

5) DA QUESTO PUNTO DI VISTA LA GLOBALIZZAZIONE COME E' GOVERNATA?

6) CHI PUO' RISPONDERE A QUESTE DOMANDE?





mercoledì 15 febbraio 2017

UN'INIZIATIVA PER DISCUTERE SUL MERCATO DELL'ENERGIA

Martedì 21 marzo, alle ore 15,30 , presso l’Auditorium Cisl, in Via Rieti, 9, Roma si terrà un convegno per discuter sul mercato dell'energia.