mercoledì 30 novembre 2016

SEMPRE PIU' DIFFUSA LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTE SOLARE

Spesso lo dimentichiamo, ma l'energia solare è la forma di energia più largamente disponibile sulla Terra. Non bisogna pensare solo alla luce, ovvero all'energia radiante emessa dal sole. Infatti anche li dove pensassimo all'energia eolica o a quella incorporata nelle biomasse, si tratterebbe sempre, alla fin fine, di energia solare sotto altre forme.

Lo si può verificare dalla seguente pubblicazione Enea "I Numeri dell'Energia - 2015", l'Italia già nel 2014 (con i suoi circa 18.000 MW di potenza fotovoltaica installata  per la generazione elettrica) faceva fronte a circa l'8% dei consumi proprio attraverso l'energia solare ed  ha raggiunto il target europeo di 17%  fissato per il 2020 per la "Quota di produzione elettrica da rinnovabili (tutte) sul consumo interno lordo".

Ma due esempi ci vengono uno  dal Giappone (basta guardare il seguente video) con l'impianto solare galleggiante più grande al mondo:

e l'altro dal Marocco con l'impianto solare più grande mai realizzato sulla terraferma

Iniziato un piano in Italia  con la "rivoluzione" dei diecimila tetti fotovoltaici, lanciato dall'Enel già all'inizio degli anni novanta, la tecnologia fotovoltaica si dimostra "sul campo" efficace non solo per la generazione elettrica diffusa attraverso impianti medio-piccoli, ma anche per vere e proprie installazione di potenza destinate a rimpiazzare nel lungo periodo gli impianti convenzionali alimentati con combustibili fossili. Unico tallone d'Achille dell'attuale tecnologia fotovoltaica è proprio l'essere basata sull'energivora tecnologia al silicio. L'attualità delle sperimentazioni avanzate con film organici, con concentratori e con film trasparenti destinati a rimpiazzare i vetri dei grandi edifici industriali e residenziali ci fanno sperare di essere presto proiettati verso un futuro di bassi costi di installazione e generazione, di inaspettata efficienza e rendimento e di abbondanza energetica; che contribuirebbe a "riappacificare un mondo tormentato" dalla scarsità d'energia.
La soluzione quindi, come di consueto, non sembra essere quella del litigio-competitivo e del conflitto, ma quella della cooperazione, per unire sforzi di ricerca e sviluppo per una nuova tecnologia amica dell'uomo e dell'ambiente.

sabato 12 novembre 2016

Un estratto dalle ricerche di J.F.Tipler sul Santo Graal riportato nel suo saggio “The Omega Point and Christianity”

Un pezzo estratto dalle ricerche del Prof. J.F.Tipler sul Santo Graal (interpretato come “deposito del Sangue di Cristo”) riportato nel suo saggio “The Omega Point and Christianity”
Testo originale in inglese
Traduzione in italiano
The historian Daniel Scavone has brilliantly argued ([54], [55]) that the Turin Shroud is the source of the Holy Grail legends. A summary of his thesis is given in ([30], p. 125) and in ([22], p. 138-139; 169-173). The basic idea is that the Grail legends were first written in Western Europe at roughly the same time that the Latin Christians become aware of the Mandylion of Constantinople, an image of Jesus which disappeared during the sack of this city by the Crusaders in 1204. The Mandylion reappears in history as the Shroud of Turin (if indeed the Shroud is genuine) ([21], [22]). Scavone shows that the description of the Mandylion (or rather its container) matches the description of the Grail in the earliest versions of the Grail legends. Also, the Grail is always associated with Joseph of Arimathea, who provided the tomb for Jesus and presumably the linen burial cloths. (There were two such cloths, according to John's Gospel). After the Resurrection, Joseph of Arimathea would thus be the owner of the cloths. Also, the Grail is by tradition the receptacle of Jesus' blood. This is exactly what the Turin Shroud, if genuine, actually is. Mark Guscin has made a persuasive case for the Oviedo Cloth to be the other cloth mentioned in John's Gospel. The distribution of the blood stains on both cloths, the Turin Shroud and the Oviedo Cloth, are similar, and both have type AB blood, a blood type that is rare in the general human population, but fairly common among the Jews of Palestine. The Oviedo Cloth is known to have existed at least since 1000 AD, and a plausible history can be constructed to place it in Palestine in the early first century. If so, then if we define the Holy Grail as the depository of Jesus' blood, then the Oviedo Cloth and the Turin Shroud are together the Holy Grail.
Lo storico Daniel Scavone ha brillantemente sostenuto ([54], [55]) che la Sindone di Torino è la fonte delle leggende del Santo Graal. Una sintesi della sua tesi è data in ([30], p 125.) e in ([22], p 138-139;. 169-173). L'idea di base è che le leggende del Graal sono state dapprima scritte in Europa Occidentale più o meno nello stesso momento in cui i cristiani latini prendevano coscienza del Mandylion di Costantinopoli, una immagine di Gesù che è scomparsa durante il sacco di questa città da parte dei crociati nel 1204. Il Mandylion riappare nella storia come la Sindone di Torino (se davvero la Sindone è autentica) ([21], [22]). Scavone dimostra come la descrizione del Mandylion (o meglio il suo contenitore) corrisponda alla descrizione del Graal nelle prime versioni delle leggende del Graal. Inoltre, il Graal è sempre associato a Giuseppe d'Arimatea, che ha fornito la tomba di Gesù e presumibilmente le bende di sepoltura. (Ci sono stati due di tali panni, secondo il Vangelo di Giovanni). Dopo la risurrezione, Giuseppe d'Arimatea dovrebbe quindi essere il proprietario dei teli. Inoltre, il Graal è per tradizione il ricettacolo del sangue di Gesù . Questo è esattamente ciò che la Sindone di Torino, se vera, è in realtà. Mark Guscin ha fatto per il panno di Oviedo un caso convincente  tale da essere l'altro panno menzionato nel Vangelo di Giovanni. La distribuzione delle macchie di sangue su entrambi i panni, la Sindone di Torino e il Sudario di Oviedo, sono simili, ed entrambi hanno sangue di tipo AB, un tipo di sangue che è raro nella popolazione umana in generale, ma abbastanza comune tra gli ebrei di Palestina. Il panno di Oviedo è noto che esiste almeno dal 1000, e una storia plausibile può essere costruita in modo da collocarlo in Palestina nei primi anni del secolo. Se è così, se definiamo il Santo Graal come il deposito del sangue di Gesù , quindi il Sudario di Oviedo e la Sindone di Torino sono insieme il Santo Graal.

domenica 6 novembre 2016

"MATER ET MAGISTRA" PER IL POPOLO, INASCOLTATA NELLE STANZE DEI POTERI FORTI. LA CHIESA CATTOLICA ALLA TESTA DI UN MOVIMENTO POPOLARE INTERNAZIONALE?

" Si salvano le banche non gli uomini. Vergogna, è la bancarotta dell'umanità"
Questa è la dura condanna di ieri da parte del Papa espressa nell'incontro con i movimenti popolari internazionali ( vedasi http://www.repubblica.it/vaticano/2016/11/05/news/papa_migranti-151399553/ ).
Secondo il Pontefice :  "Se fallisce una banca appaiono somme scandalose per salvarla mentre il Mediterraneo è diventato un cimitero". 

Non si tratta di un fatto episodico, ma di una vera e propria azione strutturata che prende corpo nella scia della Dottrina Sociale della Chiesa; prima con la "Caritas in Veritate", poi seguita dalla Evangelii Gaudium" e dalla più recente "Laudato si' ".
Non si tratta di un'azione solitaria del Pontefice, ma di un sentimento e una convinzione che pervade sempre di più tutta la Chiesa Cattolica nel Mondo di oggi.

Alle parole "erga omnes" di ieri del Papa fanno eco quelle del Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, parole molto ferme rilasciate in una intervista apparsa sulla Stampa e che appaiono maggiormente indirizzate al laicato italiano ed europeo in particolare. (Vedasi http://www.lastampa.it/2016/11/06/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/il-terremoto-non-sostituiamoci-a-dio-nel-ruolo-del-giudice-sth1IOoZ2vvA09rQsXwwnN/pagina.html)

Tra gli altri concetti espressi dal Cardinale Scola risaltano particolarmente i seguenti :
  • Fine del Cattolicesimo politico

«C’è da chiedersi che cosa sia la politica oggi. A partire da “casa nostra”. Sono personalmente convinto che il cattolicesimo politico sia finito. Questo si lega alla crisi dei partiti. I cattolici devono inventare altre modalità di partecipazione».

  • Fermezza nei confronti dell'Europa

«Noi italiani dobbiamo essere molto duri con questa Europa perché ci sta lasciando soli. È un sintomo molto brutto per il futuro del continente, non vorrei che fosse il sintomo di una malattia mortale. La crisi dell’Europa è clamorosa». 

  • Atteggiamento verso le migrazioni

«Con l’atteggiamento del Buon Samaritano, nell’immediato: arrivi e ti aiuto. Diverso è il compito della politica. Serve una sorta di piano Marshall almeno a livello europeo per affrontare il problema, sia nei paesi di partenza come nei nostri. ....


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Nel corso degli ultimi nove anni il numero dei cattolici battezzati nel mondo è cresciuto ad un ritmo superiore (14,1%) a quello della popolazione mondiale nello stesso periodo (10,8%) ma la concentrazione rispeto al passato è molto mutata come si può vedere da grafico seguente sul sito  UCCR - Cattolici Cristiani Razionali (http://www.uccronline.it/2016/03/11/54497/).

Una approssimativa distribuzione geografica dei Cattolici in Europa è la seguente :


venerdì 4 novembre 2016

IN OBEDIENTIA VIRTUS?

Antonio Socci - a cui non ho nulla da insegnare nel tentativo di esprimere qui di seguito un umano e personale sentire - con questo articolo, (vedasi http://www.huffingtonpost.it/2016/10/31/socci-papa-francesco_n_12726304.html) ha portato sulla scena mediatica argomenti che possono pure aver attraversato nelle stesse forme la mente di altri cattolici professanti, suscitando incertezze e dubbi, ma che potrebbero essere stati, non rimossi, bensì metabolizzati - in umiltà e in silenzio - nell'animo di ciascuno, nella Speranza dell'Unità dettata dall'imperativo "ut unum sint" e dall'obbligo all'Obbedienza a chi detiene per "Elezione" la funzione di Magistero.
Il concetto di democrazia sembra averci educati a ritenere un ruolo oppositivo come costituente essenziale della stessa prassi democratica. Ma un tale ruolo non è anch'esso soggetto a limiti? C'è da chiedersi se un tale ruolo - superato un certo stadio - non possa divenire esso stesso divisivo all'interno di un popolo sviato, di una comunità che tenta di riprendere un comune cammino. Sembra quasi che questa "culpa in divisionis" la si veda negli altri e nella Storia, ma non Oggi in noi stessi.
Il gesto di Francesco non appare una negazione o cancellazione delle differenze, che di fatto esistono tra Cattolici e Luterani, né una variazione di quella Dottrina che la Chiesa Cattolica Apostolica Romana professa, conserva e trasmette intatta nei secoli. Si è trattato, invece, di riconoscere in coloro che "si sono separati" che ciò è avvenuto nell'anelito verso la ricerca per il mantenimento della Fede Cristiana e anche come conseguenza del ricorso inadeguato a "strumenti sanzionatori" che hanno approfondito un fossato, alimentando la frantumazione, impedendo un'azione fraterna di riconciliazione. Non lo si può, dunque, leggere quel gesto come un frutto dall'Anno Giubilare della Misericordia?
Si potrebbe parlare alla stessa maniera del turbamento di chi ha visto nel 2013 Papa Benedetto abdicare, mentre nelle stesse gerarchie ecclesiastiche vi era chi commentava "Cristo non scende dalla Croce!". Ma il tempo ha dato poi ragione a coloro i quali - in obbedienza, in silenzio e in umiltà, accettando il gesto di un grande teologo Papa - vedeva in Benedetto un uomo affaticato e stanco (e ve ne erano ragioni!); un uomo da cui la Curia pretendeva forse troppo, per le sue condizioni fisiche, al punto da essere poi costretto a sacrificarsi alla Storia per un simile gesto.
Per tutto questo ci si interroga se non sia il caso di riscoprire quanto e quando "Obedientia maxima est virtus"-
Forse in molti abbiamo veramente dimenticato non tanto i principi quanto i comportamenti impliciti nella Fede Cristiana.
Forse sono propri questi i tempi in cui conviene meditare le parole del Beato Pierre Vigne fondatore della Congregazione delle Sacramentine (vedi http://www.bioacademyonline.eu/index.html bibliografia C. Conte- Pedagogia della Salvezza):
………………

Quanto è amabile una comunità costituita da persone umili. Le dispute nascono solo tra i superbi. La dove ognuno vuole definire la propria volontà ad altri, senza mormorazioni, accetta di non essere considerato, lodato dagli altri, là regna la pace e la gioia.

………………

L’umiltà è come una radice che quanto più affonda nella terra, tanto più spinge in alto la linfa attraverso i rami che portano i frutti…

Osservando il mondo odierno chiediamoci, tutti insieme, se non siano proprio questi i tempi, per chi si professa Cristiano, di chinare il capo, piegare le ginocchia e immergersi in silenziosa preghiera verso Colui che solo sa i futuri destini riservati agli umani, confidando che tutto sia nelle Sue mani misericordiose.